alla scoperta delle torri medievali
le mie passeggiate
alla scoperta delle torri medievali
Hanno partecipato Aldo, Carla, Alfredo, Susanna, Angela, Daniela, Bruno, Maria Grazia, Peppino, Donata, Carlo, Maria, Silvio, Rosalba, Andrea, Patrizia, Carolina, Susanna, Natalia, Santina.
11 dicembre 2016
11 dicembre 2016
Questa passeggiata ci conduce nel periodo medievale, alla scoperta di alcune tra le più belle torri di Roma, quando le famiglie baronali si contendevano il potere e il territorio cittadino. In quel tempo esistevano più di trecento torri, senza contare i campanili delle chiese e le torri della cinta muraria. Si tratta di un numero impressionante qualora si pensi che la città medioevale era assai più piccola di quella di oggi, tutta ritratta verso il fiume sia per l'approvvigionamento di acqua (gli acquedotti erano caduti in rovina) e lo sfruttamento della corrente con mulini oltre che per la sicurezza difensiva. La costruzione di una torre era un privilegio consentito soltanto all'aristocrazia, in quanto simbolo del diritto feudale e la casa-torre, in pratica una torre con funzioni abitative, divenne il modello d'abitazione più diffuso per la nobiltà. Solo con il XV secolo le torri andarono scomparendo, con l'affermarsi del palazzo di tipo toscano. Delle centinaia di torri esistenti a Roma in età medievale, ne sono rimaste una cinquantina: alcune piuttosto famose perché isolate e ben visibili, la maggior parte invece sconosciute, inglobate in edifici posteriori o mimetizzate tra le costruzioni che ad esse si sono addossate.
Il Percorso
Torre di palazzo Venezia - piazza Venezia
Il torrione quattrocentesco all’angolo tra Piazza Venezia e Piazza S. Marco ingloba l'antica Torre della Biscia, nel Medioevo appartenuta alla famiglia Annibaldi e un’altra torre, più interna e visibile dal cortile interno, è stata identificata come la Torre della Carta.
S. Maria del Carmine alle Tre Cannelle - via del Carmine
La Chiesa nasce come oratorio della Confraternita di S. Maria del Carmine. Risale agli inizi del XVII secolo e presenta una facciata di stile barocco. Nella lunetta sovrastante il portone d'ingresso, vi è un affresco, tra l’altro scoperto solo recentemente durante dei restauri, che crea un effetto particolare nei fedeli che si avvicinavano alla Chiesa. Gli occhi della Madonna, socchiusi, guardano verso il basso e sembrano incontrare sempre, da qualunque angolazione, lo sguardo del fedele che alza gli occhi verso di Lei.
Torre dei Colonna - via IV Novembre
La Torre fu costruita sul finire del XII secolo ed è in laterizio a sei piani, con sei finestre aperte durante un recente restauro e tre con mostre di marmo antico su via delle Tre Cannelle. La Torre sarebbe appartenuta prima ai Colonna e poi agli Annibaldi, che ne erano ancora proprietari nel 1675. Alla base, presso l'ingresso moderno (civico 101) vi sono tre frammenti di fregi classici con rilievi (provenienti dai Fori Imperiali) raffiguranti girali d'acànto, amorini e un torso virile. Sopra, un altro rilievo con una colonna sormontata da una corona ricorda l’appartenenza ai Colonna.
S. Caterina - largo Magnanapoli
Il progetto della Chiesa, edificata agli inizi del XVII secolo è di Giovanni Battista Soria. La facciata si presenta su due ordini: nel primo si trova un portico a tre arcate e nel secondo un finestrone tra due nicchie coronato da un timpano triangolare. L’interno della chiesa è a navata unica con tre cappelle per lato. Nella volta vi è l’affresco di Luigi Garzi del 1713 raffigurante la Gloria di S. Caterina. Nel presbiterio è posta l’Estasi di S. Caterina, opera di Melchiorre Caffà.
Ss. Domenico e Sisto - largo Angelicum
La chiesa è posta alla sommità di una scalinata a due rampe e fu costruita tra il 1569 e il 1663. Nella facciata sono inserite quattro statue: le due statue inferiori raffigurano S. Tommaso d'Aquino e S. Pietro di Verona e sono di Carlo Maderno, mentre le due statue superiori raffigurano S. Domenico e S. Sisto II papa e sono di Marcantonio Canini. L'interno è ricco di affreschi e decorazioni: Gian Lorenzo Bernini disegnò l'altare maggiore ed il gruppo di sculture “Noli me tangere” che fu però materialmente scolpito dal suo allievo Antonio Raggi.
Torre delle Milizie - largo Magnanapoli
Eretta ai margini dei Mercati di Traiano e alle pendici del Quirinale è la testimonianza di uno dei complessi fortificati più significativi della Roma medievale. Questa torre è anche la più antica di Roma fra quelle sopravvissute e per secoli la tradizione popolare ha voluto che da questa torre Nerone avrebbe assistito all'incendio di Roma. In realtà la torre faceva parte di un fortilizio fatto erigere da Gregorio IX dei Conti di Segni nei primi anni del XIII secolo, sul basamento di una torre di guardia delle mura Serviane. In seguito divenne proprietà della famiglia degli Annibaldi e, inserita nel complesso fortificato in costruzione sui ruderi dei mercati traianei, divenne un baluardo contro la fazione nemica dei Colonna, facendo prendere alla zona il nome di contrada "militarium" e da qui il nome di Torre delle Milizie. Nel XIV secolo la torre passò alla famiglia Caetani e quindi alla famiglia dei Conti; nel 1348 il terremoto che provocò tanti danni in tutta la città fece crollare il terzo piano della torre, oggi ridotto a poco più di un moncone, e provocò un cedimento del terreno, che fu la causa dell'inclinazione dell'edificio ancora oggi ben visibile. La torre è a pianta quadrata ed è composta da tre corpi sovrapposti per un’altezza di quasi 50 metri.
Torre, Arco e palazzo Del Grillo - salita del Grillo
Situata alle pendici sud-occidentali del Quirinale, la torre prende il nome dai marchesi Del Grillo che la acquisirono dai Conti nella seconda metà del XVII secolo. E’ chiamata anche torre "della Miliziola", per distinguerla dalla vicina e più grande torre delle Milizie. La torre ha pianta quadrata leggermente irregolare. Il lato est è raccordato al seicentesco palazzo del Grillo per mezzo di un arco, mentre il lato nord, l’unico completamente libero, presenta numerose finestre; il coronamento in stucco si imposta su mensoloni in marmo e travertino, decorato con gigli e aquile, al di sotto del quale è visibile l’iscrizione EX MARCHIONE DE GRILLIS.
palazzo Caetani - salita del Grillo
Il fianco sinistro della via conserva un edificio databile alla seconda metà del secolo XIII, che faceva parte del cosiddetto "Castello Caetani". L'edificio, situato sopra i Mercati Traianei, fa parte di un complesso oggi sede dell'Ordinariato Militare per l'Italia.
Casa dei Cavalieri di Rodi - salita del Grillo
Il complesso architettonico della Casa dei Cavalieri di Rodi è il risultato di una plurisecolare stratificazione di monumenti sull’area che in età imperiale ospitava il Foro di Augusto. Questa zona fu interessata dai lavori di demolizione che tra 1924 e 1932 portarono all’apertura di Via dei Fori Imperiali, comportando la scomparsa delle strutture medioevali del monastero di San Basilio e di quelle cinquecentesche del Convento della SS. Annunziata. Nella prima metà del XIII secolo qui si insediò il priorato dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, un ordine ospedaliero che occupò proprio la chiesa e il monastero dei monaci basiliani, sorto fin dal IX secolo sopra il Tempio di Marte Ultore. Dal 1946 la Casa è concessa in uso al Sovrano Militare Ordine di Malta.
Portale e Convento della Ss. Annunziata
Inizialmente qui sorgevano la chiesa e il convento di San Basilio al Foro di Augusto, edificati a partire dal IX nell'abside del Tempio di Marte Ultore. Successivamente il piano pavimentale della chiesa fu abbassato fino al livello del pavimento antico, e nella muraglia verso la Suburra, venne praticata un'apertura che consentiva l'accesso dalla strada. Probabilmente la chiesa costituiva uno dei primi insediamenti medioevali nella zona del foro, in un momento in cui a seguito del terremoto del V secolo, sia il foro di Augusto che il Tempio di Marte Ultore erano parzialmente crollati, e in parte interrati nella palude formatasi. Dal XIII secolo la chiesa e il convento dei Basiliani passarono in possesso del ramo ospedaliero dei Cavalieri di S. Giovanni e nel XVI secolo alle suore domenicane che vi ricavarono una chiesa dedicata alla Ss. Annunziata. Con l'apertura di via dei Fori Imperiali nel 1932, della chiesa rimane solo il portale.
Arco dei Pantani - via Tor dei Conti
L’Arco dei Pantani è un fornice del Foro di Augusto, privo di qualsiasi ornamento, che consente una vista del tutto particolare sui Fori Imperiali e quelli Romani dall'altra parte. Questo arco era la via di comunicazione tra i Fori e la Suburra, il nome "Pantani" allude agli allagamenti che si verificavano, in questa zona posta a valle, durante il Medioevo, a seguito della ostruzione della rete fognaria della Cloaca Massima. La zona dei Pantani era insieme alla Bocca della Verità e al Pantheon una delle zone più basse di Roma e quindi più facilmente preda di allagamenti.
Foro di Augusto - via Tor dei Conti
Secondo in ordine di tempo ed inaugurato nel 2 a.C., il Foro diAugusto era limitato sul lato di fondo da un grandioso muro di 33 metri di altezza in blocchi di peperino e pietra gabina, che lo isolava dal popolare quartiere della Suburra. Nel muro si aprivano due ingressi: il primo a nord, a tre arcate e il secondo, noto anche come Arco dei Pantani, ad una sola arcata. Il foro si articolava in una piazza rettangolare, fiancheggiata da portici; sul fondo vi era il Tempio di Marte Ultore, preceduto da ampia scalinata. In epoca medievale il podio del tempio venne occupato dalla chiesa di San Basilio, ora scomparsa.
Ss. Quirico e Giulitta ai Pantani
Già esistente nel VI secolo ed intitolata ai martiri Stefano e Lorenzo, la chiesa nell’VIII secolo fu dedicata a Quirico e Giulitta, madre e figlio cristiani di Tarso, martiri al tempo dell’imperatore Diocleziano. Nel XIV secolo fu ricostruita in forme gotiche e subì in seguito numerosi restauri. L’aspetto attuale è ad opera di Filippo Raguzzini, il quale nel 1733 eresse la nuova facciata, costituita da due ordini e al cui centro si apre un portale quattrocentesco, attribuito a Baccio Pontelli. L’interno, ad una sola navata, presenta una volta affrescata da Pietro Gagliardi nel 1856. Alla chiesa è annesso il Museo del Presepe.
Tor dei Conti - largo Corrado Ricci
Fatta erigere da Innocenzo III per la sua famiglia, i conti di Segni, è il tipico esempio di casa-torre. Nel Medioevo questa torre era conosciuta per la sua maestosità anche con il nome di Torre Maggiore: infatti i resti odierni costituiscono soltanto il basamento della torre stessa, che in origine doveva superare i 50-60 metri. A ridurla allo stato attuale furono alcuni terremoti. I lavori eseguiti nel 1883 per l'apertura di via Cavour e nel 1933 per via dei Fori Imperiali hanno determinato l'isolamento della torre, che mantiene nonostante tutto un aspetto poderoso, anche se la precedente collocazione in un dedalo di vicoli doveva renderla ancora più imponente.
Casa Medievale di Tor dei Conti - via delle Carrette
Accanto alla Tor de' Conti si conserva una casetta rivestita in tufelli databile al XIV secolo. L'edificio nonostante un pesante restauro del 1939, che non ha completamente perduto il colore e la confezione della cortina muraria originale.
Palazzo del Pio Istituto Rivaldi - via del Colosseo
Il complesso è costituito da un palazzo con giardino e risale alla seconda metà del cinquecento. Nel tempo cambiò proprietà numerose volte fino a che venne acquisito dal "Conservatorio delle Zitelle Mendicanti", patrocinato da monsignor Ascanio Rivaldi. I Conservatori delle zitelle, assai numerosi a Roma, erano collegi dove venivano ospitate donne povere e le loro figlie, per sottrarle alla strada e dar loro un lavoro, e anche una piccola dote alle giovani. La villa fu così ristrutturata per diventare convitto e fabbrica tessile in cui erano impiegate le donne assistite. La realizzazione di via dei Fori Imperiali comportò lo sbancamento della collina Velia, su cui insisteva il giardino che originariamente arrivava fino all'abside della basilica di Massenzio. Nel 1975 la villa passò all'Istituto S. Maria in Aquiro ma il palazzo restò inutilizzato e fu quindi occupato da gruppi vicini al “Movimento” politico degli anni ‘70, prendendo così il nome di “Convento Occupato”. Conclusasi quell'esperienza negli anni ‘80, oggi il complesso versa in stato di completo abbandono ed è minacciato da cedimenti strutturali.
Torre degli Annibaldi - via del Fagutalev
Questa torre fu risale agli inizi del XIII secolo: poggia su uno sperone di roccia dell'altura costituita dalla parte terminale del Fagutale, una delle tre cime dell’Esquilino. Gli Annibaldi costruirono ed utilizzarono la torre proprio in contrapposizione alla famiglia antagonista dei Frangipane, che invece avevano la loro roccaforte nell'antistante Colosseo. Nel secolo successivo, con il decadimento della nobile famiglia, la torre entrò a far parte del complesso fortificato di S. Maria in Monasterio. Nel XVI secolo la chiesa-castello cadde in rovina e la Torre passò ai Maroniti, tuttora proprietari dell'edificio. Questa torre era nota nel Medioevo perché qui venivano inchiodate le mani dei ladri, soprattutto di quelli colpevoli di aver trafugato oggetti preziosi dalle chiese.
Torre dei Borgia
La torre, tradizionalmente detta dei Borgia, appartenne in origine ai Cesarini e da ultimo ai Margani, dei quali rimane uno stemma frammentario murato nella cortina. Eretta nel XII secolo, di mole compatta, in laterizio, a base quadrata con speroni di rinforzo e traforata da feritoie, e un coronamento di travertino che le fu aggiunto alla fine del XV secolo. Nel 1632 la zona adiacente alla torre fu interessata dalla costruzione della chiesa e del convento di San Francesco di Paola, che fu annesso alla torre stessa e le strutture di questa vennero alterate per trasformarla in campanile, aggiungendo alla sommità della torre una cella campanaria.
S. Francesco di Paola - piazza di S. Francesco di Paola
Fu edificata agli inizi del XVII secolo, presenta una facciata a due ordini. L’interno ha un’unica navata coperta a botte, con tre cappelle per lato di cui le centrali più ampie. Di rilievo l’altare maggiore, opera tardo barocca di Giovanni Antonio de Rossi (1655); il ciclo di affreschi, opera di Giuseppe Bartolomeo Chiari, che rappresentano i miracoli di S. Francesco di Paola; in sacrestia l’Apparizione della Vergine a S. Francesco di Paola del Sassoferrato.
Arco e palazzo dei Borgia - salita dei Borgia
L'Arco dei Borgia, è un sottopassaggio lungo la scalinata che parte da via Leonina e sale fino alla piazza di San Pietro in Vincoli. Questo tratto di scalinata, ricalca l'antico "Vicus Sceleratus" che ricorda l’assassinio di Servio Tullio da parte della stessa figlia di Servio Tullio e dal suo amante, cognato e marito della sorella, Lucio Tarquinio. Durante il Medioevo su questo complesso edilizio detto dei Borgia esercitarono il proprio dominio le famiglie dei Cesarini e dei Margani, ma si tramanda che alla fine del 1400 il palazzo divenisse di proprietà di Vannozza Caetani, amante di Papa Alessandro VI Borgia, Rodrigo Borgia, con il quale ebbe 4 figli: Giovanni, Cesare, Lucrezia e Goffredo. Di quella casa rimane una finestra con una balconata trifora del XVI secolo. Dopo i Borgia, presero possesso del luogo i Margani e nel 1623 il complesso divenne di proprietà di Giovanni Pizzullo devoto del conterraneo San Francesco di Paola, che acquistò sia il palazzo che la torre. Il palazzo fu trasformato nel convento per i Paolotti, i frati minimi, il cui ordine era stato fondato dal santo stesso, e così nel 1632 prese vita la chiesa di San Francesco di Paola, e la antica torre medioevale dei Borgia assunse la funzione di campanile. Il convento è attualmente sede dell'istituto centrale di restauro.
S. Pietro in Vincoli - piazza S. Pietro in Vincoli
S. Pietro in Vincoli è detta anche Basilica Eudossiana, perché ricostruita da Eudossia, moglie dell'imperatore Valentiniano III, per custodirvi le catene di S. Pietro rinvenute a Gerusalemme. Consacrata nel 439 da Sisto III, fu restaurata durante il pontificato di Adriano I nel 780 circa, ed in seguito dopo l’anno mille. L'architettura attuale della chiesa deriva dai lavori fatti eseguire nel 1503 da papa Giulio II cui si deve, il portico d'ingresso e la ristrutturazione del convento annesso, il cui chiostro è attribuito a Giuliano da Sangallo. La facciata è preceduta e nascosta dal portico che si innalza da una gradinata. L'interno è a pianta basilicale ed è diviso in tre navate, separate da venti colonne antiche di marmo; la volta a botte mostra un grande affresco di Giovanni Battista Parodi, raffigurante "Il Miracolo delle Catene". Secondo la tradizione le due catene (vincoli) con cui fu legato S. Pietro sono ancora conservate sotto l'altare. L’opera più importante è però senz’altro il Mosè di Michelangelo che fa parte del monumento funebre di Giulio II.
chiesa e convento di S. Lucia in Selci - via in Selci
Le origini della chiesa risalgono all’VIII secolo ma fu completamente ricostruita agli inizi del XVII secolo da Carlo Maderno e restaurata nel 1637-1638 da Francesco Borromini. L’interno presenta una sola navata con volta a botte e ai lati sei nicchie decorate da stucchi. Sopra la porta d’ingresso si trova una cantoria probabilmente del Borromini e un dipinto raffigurante Dio Padre opera del Cavalier d’Arpino. Sempre del Cavalier d’Arpino, è la tela "SS. Trinità e i SS.Agostino e Monica", mentre la pala con il “Martirio di S. Lucia” è di Giovanni Lanfranco.
Torre dei Capocci - piazza S. Martino ai Monti
Forse la torre più vistosa di Roma, quella che dà meglio l’idea di come doveva essere la Roma medioevale. Fu costruita dalla famiglia degli Arcioni e solo successivamente passò ai Capocci, una famiglia di origine viterbese. Questi eressero intorno alla torre una serie di abitazioni, non più esistenti, che fecero dell'edificio una sorta di cittadella fortificata. La torre, alta 36 metri, a base quadrangolare, è attualmente divisa in sette piani, più il piano terra e la terrazza. E’ a base quadrata e presenta finestrelle incorniciate nel travertino.
Torre dei Cerroni o dei Graziani - piazza S. Martino ai Monti
Situata di fronte alla torre dei Capocci questa torre a pianta rettangolare è tradizionalmente conosciuta anche come Torre dei Graziani, dai nomi delle famiglie medioevali che la possedettero. Anch’essa risale al periodo compreso tra il XII e XIII secolo. L'accesso originario era sul lato nord-ovest. La parte inferiore, più grande, è separata da una risega dalla parte superiore; la torre è provvista di coronamento a merli pieni, sei sui lati lunghi e cinque su quelli corti. Di essa risulta totalmente visibile, e prospiciente sulla strada, la facciata sud-est, attualmente priva di aperture.
Qui ha termine la passeggiata che ha permesso di riscoprire aspetti storici e architettonici di un’epoca poco conosciuta e trascurata della storia di Roma.
© Sergio Natalizia - 2016