quella volta che S. Michele
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quella volta che l'Arcangelo Michele salvò Roma
L’Arcangelo Michele fu a Roma, insieme con San Pietro e San Paolo, la figura più cara all'iconografia cristiana dei primi secoli e medievale. Ne è testimonianza il graffito, inciso nella parte interna destra di Porta San Sebastiano cui lo scorrere veloce in auto, anche quotidiano, non consente di posare lo sguardo su di esso per più di qualche secondo ed a volte neanche questo, tanto è vero che gran parte dei romani ne ignorano addirittura l’esistenza. Accanto al graffito che raffigura l'Arcangelo Michele che uccide il drago, c'è un'iscrizione in latino che ne spiega la motivazione.
L'iscrizione recita:
"Anno Domini MCCC/XXVI, indictione/XI, mense septem/bris, die penultim/a, in festo sancti Micha/elis, intravit Gens/foresteria in urbe et fuit debella/ta a populo Roma/no, existente Ia/cobo de Pontia/nis Capite regio/nis.
ovvero
"L'anno 1327, indizione XI, nel mese di Settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de' Ponziano capo del rione."
L'iscrizione recita:
"Anno Domini MCCC/XXVI, indictione/XI, mense septem/bris, die penultim/a, in festo sancti Micha/elis, intravit Gens/foresteria in urbe et fuit debella/ta a populo Roma/no, existente Ia/cobo de Pontia/nis Capite regio/nis.
ovvero
"L'anno 1327, indizione XI, nel mese di Settembre, il penultimo giorno, festa di S. Michele, entrò gente straniera in città e fu sconfitta dal popolo romano, essendo Jacopo de' Ponziano capo del rione."
Bisogna ricordare che anche nel medioevo, come nei secoli seguenti, sotto le porte di Roma ci furono molti scontri, in quanto le mura Aureliane, pur con i necessari restauri e modifiche, costituivano sempre la principale opera difensiva della città. Il graffito è la testimonianza di uno di questi scontri, quello che vide la vittoria dei Romani contro Roberto D’Angiò, re di Napoli che voleva occupare Roma, qui avvenuta il 29 settembre 1327; i popolani romani, decisi a difendere la loro indipendenza, affrontarono l’esercito del re di Napoli, assai più numeroso e meglio armato, e riuscirono a scacciarlo. La modestia dei difensori portò ad attribuire il merito della vittoria ad un intervento soprannaturale ed il graffito è il ringraziamento all’Arcangelo Michele che aveva protetto la città ed i suoi difensori. Si disse poi che l'Arcangelo volesse ammonire e scoraggiare ogni possibile conquistatore, consacrando l'appartenenza dell'Urbe a Dio ed al Papa. Poi, nel corso dei secoli successivi, avrebbero spesso cambiato idea……
© Sergio Natalizia - 2012