Pittori danesi a Roma
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Pittori danesi a Roma
Nella prima metà dell'Ottocento numerosi artisti danesi, borsisti della regia Accademia delle Belle Arti, vennero a Roma. Qui vissero e lavorarono spesso per lunghi periodi studiando i monumenti antichi e apprezzando la bellezza e l'unicità della campagna romana. L'ammirazione degli artisti danesi per il paesaggio e l'arte italiana ha radici antiche, risalendo al periodo in cui i committenti dei palazzi e i loro architetti cercavano ispirazione nell'architettura italiana. Il Museo Thorvaldsen a Copenaghen ne è un valido esempio, in quanto molte opere qui esposte rappresentano alcune delle più significative testimonianze non solo del proficuo soggiorno dello scultore a Roma, durato quarant'anni, nel corso dei quali costituì il punto di riferimento per tutti gli artisti danesi che qui soggiornavano, ma anche di quanto l'arte italiana abbia saputo nutrire ed esaltare il talento di tanti artisti danesi.
Ditlev Blunck - Artisti danesi all'osteria della Gensola -1837
Cominciarono ad arrivare a Roma ai primi dell' 800, dopo aver concluso gli studi presso l'Accademia d'Arte di Copenaghen, per completare la propria formazione. Alcuni vi restavano solo qualche anno, altri, come Thorvaldsen, vi rimasero per quasi tutta la vita. E' incredibile leggere nelle cronache dell'epoca la testimonianza di chi, dopo un lungo ed estenuante viaggio, una volta giunto alla meta con il passaggio di Porta del Popolo aveva la sensazione di sentirsi finalmente a casa. Avevano poi l'abitudine di incontrarsi prpprio dalle parti di piazza del Popolo, magari dopo intere giornate di studi e di lavoro negli atelier; come pure erano frequentatori assidui di piazza Trinità dei Monti che attraversavano più volte al giorno, giungendo dal quartiere intorno a piazza Barberini, via di Sant’Isidoro, via Sistina per recarsi a consumare i loro pasti all’Osteria La Lepre o al Caffé Greco. Altro punto di ritrovo era l'Osteria della Gensola, nell'omonima piazza, tra Lungotevere degli Anguillara e Piazza in Piscinula: qui il pittore danese Ditlev Blunck ritrasse in un quadro ora esposto al museo di Copenaghen l'allegra compagnia di artisti danesi che faceva riferimento a Thorvaldsen.
Alcune mostre allestite a Roma negli anni passati hanno contribuito a far conoscere la pittura danese della cosiddetta "età d'oro", e dimostrato l'importanza che i soggiorni romani ebbero per i pittori danesi della prima metà dell'Ottocento. "Ho l'intenzione di fare una collezione delle vedute più belle fra i numerosi punti pittoreschi di Roma e i suoi dintorni", scriveva Christoffer Wilhelm Eckersberg all'incisore danese Clemens, "spero in quel modo di poter rendere a Lei e ai miei compatrioti un’idea abbastanza chiara di questo bel paese, dove è quasi impossibile non occuparsi di paesaggistica, essendo troppo bella e pittoresca la natura". In queste poche parole è chiaramente riassunta l'impressione che i danesi ricevevano dall'impatto con la capitale: quasi tutti hanno descritto la "Roma sparita" da loro conosciuta, quella che va dai primi dell'Ottocento al Risorgimento, e di cui hanno immortalato non solo l'ambiente, ormai radicalmente mutato, ma anche le feste e i costumi dei tempi andati, i tempi del Pinelli e del Belli; così i danesi, come molti artisti di tanti altri paesi, hanno dato il loro contributo alla descrizione e alla perpetuazione della memoria di questi aspetti della Città Eterna.
C.W.Eckersberg: ritratto di Thorvaldsen 1814
Roma nelle opere dei pittori danesi dell'ottocento
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© Sergio Natalizia