S. Maria Maddalena
i percorsi di ALR
storia architettonica di Santa Maria Maddalena
introduzione
In alcune delle mie precedenti ricerche ho cercato di dimostrare come il desiderio di arrivare ad una unificazione degli schemi tradizionali longitudinali centralizzati ebbe come conseguenza la creazione di ”piante longitudinali centralizzate” e di “piante centralizzate allungate”, comunemente chiamate piante a “croce latina”. Nella ricerca su questa chiesa sono pervenuto alla conclusione che nella pianta del De Rossi furono raggruppati tutti i tipi tradizionali dell’architettura di quel periodo. In essa si trova la croce latina interpretata come una successione di due organismi centralizzati; il primo di questi due organismi può essere interpretato come una navata biassiale così come un ovale radiante, facendo di questa pianta anche un edificio a croce greca allungata.
chiesa e Casa di S. Maria Maddalena- incisione di Antonio Lafrery per una carta topografica di Roma del 1577
Storia e architettura di Santa Maria Maddalena
La Chiesa di Santa Maria Maddalena è nel rione Colonna, si affaccia sulla piazza omonima, e rappresenta certamente uno dei pochi esempi della arte barocca-rococò a Roma. Dedicata alla Maddalena del Vangelo, è sorta su una cappella del Trecento e affidata nel 1586, con l'annesso ospedale, a San Camillo de Lellis come sede della Compagnia dei Ministri degli Infermi, fondata dal santo quattro anni prima. Nel 1621, dopo aver ottenuto da papa Urbano VIII la concessione di realizzare il lavoro, i Camilliani ampliarono la piazza antistante, con l'intenzione di dotare il loro sacro edificio di uno spazio adeguato. Iniziarono anche i lavori per la riedificazione della chiesa stessa, che si protrassero per quasi un secolo, con la realizzazione della cupola e della volta da parte di Carlo Fontana nel 1673, e con il completamento della facciata di Giuseppe Sardi nel 1735. La facciata, bellissimo esempio di stile rococò, è concava, interamente decorata a stucchi, a due ordini, nei quali si aprono, a lato del portale d'ingresso e del finestrone superiore, quattro nicchie che contengono altrettante statue raffiguranti San Camillo de Lellis e San Filippo Neri, nella parte inferiore, e Santa Maria Maddalena e Santa Marta nella parte superiore. L'opera fu ampiamente criticata e indicata come "non plus ultra del gusto stravolto" o "chiesa di zucchero", perché ricordava la decorazione di una torta. Si deve dire che lo stile rococò era considerato scarsamente mistico, e quindi inadatto ad una chiesa dell'apostolo della carità ospedaliera quale era San Camillo, ma la grazia e la relativa originalità dell'edificio nel contesto urbano, rendono questa facciata meritevole di grande attenzione e fascino. L'interno costituisce una splendida integrazione dell'impianto architettonico tardo-barocco del De Rossi con le successive decorazioni rococò: è a navata unica, di forma ottagonale allungata, con due grandi cappelle ai lati, quella a destra dedicata a San Camillo de Lellis e quella a sinistra a San Nicola di Bari. Segue la cappella dell'altare maggiore, con il catino dell'abside affrescato (raffigurante un Gesù che predica ed una biondissima Maddalena alla sua destra e, sopra l'altare, altra grande tavola con la Maddalena in preghiera) e, a sinistra, la cappella delle reliquie e l'ingresso alla sacrestia. Gran parte della chiesa fa poi riferimento a San Camillo de Lellis, con numerosi affreschi che illustrano episodi della sua vita, le sue spoglie contenute in un'urna e un Crocifisso ligneo del Cinquecento presso il quale il Santo sostava in preghiera e che miracolosamente gli avrebbe parlato, muovendo anche la testa e le braccia. Molto belli sono i confessionali in legno intarsiato, del 1762. Anche la sagrestia, opera di Girolamo Pesci del 1739, costituisce un intatto ambiente settecentesco che ancora conserva integro il mobilio originario, dipinto a finti marmi, un unicum tra gli arredi sacri, tanto da essere considerata tra le più belle di Roma. Vanta, tra l’altro un eccezionale organo con cantoria in legno e figure allegoriche in stucco del 1740. La seconda cappella a destra conserva una immagine cinquecentesca della Madonna della Salute, così come assai venerata è la statua lignea di Santa Maria Maddalena risalente al Quattrocento e alla quale è legato il ricordo di un miracolo avvenuto durante la piena del Tevere avvenuta nel 1598: la statua fu vista in piedi sulle acque, spostarsi da una cappella laterale fino all'altare maggiore, sul quale si fermò. Fino alla fine dell’ottocento i Romani, in occasione della ricorrenza della morte di San Camillo, si recavano in questa chiesa per ricevere una speciale acqua benedetta, nella quale vi era mescolata una piccola quantità di polvere ricavata dalla tomba del santo, rimedio contro ogni male. Il convento annesso alla chiesa della Maddalena, a sinistra della facciata, fu costruito tra il 1680 ed il 1707 su disegni di Carlo Francesco Bizzaccheri, e conserva ancora dei ricchi ambienti interni decorati con affreschi, tele e stucchi.
la facciata
pianta della piazza e della chiesa di S. Maria Maddalena aggiornata da A.L.R. nel 2009
la facciata di S. Maria Maddalena - dettaglio
La facciata rococò della Maddalena, costruita nel 1735, sintetizza l’amore per la luce e per il movimento dell’arte tardo barocca. Le sue curve richiamano quelle di San Carlo alle Quattro Fontane di Borromini. La facciata è stata accuratamente restaurata, nonostante le proteste dei neoclassicisti contro i suoi stucchi dipinti. Le piccole dimensioni della Maddalena non scoraggiarono i decoratori del XVII e del XVIII secolo che riempirono l’interno di decori dal pavimento fino all’elegante cupola. La cantoria con l’organo e il coro rappresentano altrettanti esempi del desiderio dell’arte barocca di suscitare la meraviglia dei fedeli. Molti dei dipinti e delle sculture sono influenzati dalle nuove figurazioni della Controriforma. Nelle nicchie della navata, per esempio, le statue sono allegorie di virtù quali l’Umiltà e la Semplicità. Vi sono anche scene della vita di San Camillo, che morì nel convento adiacente nel 1614. La chiesa apparteneva ai suoi seguaci, i camilliani, un ordine molto attivo negli ospedali di Roma.
l'altare maggiore
volta della cupola
la sagrestia
Madonna della Salute (tela del sec. XVI)
S. Maria Maddalena-statua lignea del XV sec.
conclusioni
La piccola chiesa di Santa Maria Maddalena del De Rossi rappresentò una degna conclusione dell’architettura religiosa della Roma del Seicento. Il suo contributo essenziale consiste nella forma spaziale unificativa della navata, basata su una continua successione di spazi alternativamente larghi e stretti. La prima e l’ultima cappella furono progettate parallele all’asse longitudinale della pianta, mentre le cappelle più interne costituiscono una dilatazione laterale dello spazio. L’asse trasversale, comunque, ebbe soltanto una importanza secondaria poichè tende a terminare dentro degli spazi stretti che contenevano dei confessionali. Le direzioni diagonali furono accentuate da alti archi interrotti da trabeazioni. Per mezzo di queste articolazioni delle pareti il De Rossi fu in grado di dare alla navata la sua indipendenza spaziale, e allo stesso tempo riuscì ad integrarla organicamente con la cupola che fu collocata al di là della campata centrale. In questo modo l’edificio soddisfò il doppio scopo di essere una chiesa congregazionale ed un santuario per venerare la Madonna. La stessa doppia funzionalità architettonica e religiosa fu ottenuta dal de Rossi nella più grande e sontuosa chiesa di Santa Maria in Campitelli, pur nella diversità delle dimensioni dei due complessi.
S. Maria Maddalena in una incisione di Giuseppe Vasi del 1758
Alessandro La Rocca - 2009
l'indirizzo mail di Alessandro La Rocca è: ACALAMOSCA@verizon.net